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La voce è suono.

Proprio come una tavolozza di colori, la voce possiede quelle caratteristiche, quelle peculiarità che sono in gradi di renderla unica e interessante. Soprattutto quando viene usata con consapevolezza.

 

  • IL TIMBRO: quella particolare caratteristica/colore che distingue una voce da un’altra (scura, chiara, profonda, cristallina…).

 

  • LA FREQUENZA: più la frequenza dell’onda sonora è elevata e più il suono sarà acuto, più è bassa la frequenza dell’onda e più il suono sarà grave. Chiamata anche altezza, si misura in hertz (Il termine hertz si riferisce al nome del fisico tedesco che per primo studiò questi fenomeni).

 

  • L'INTENSITA': ci permettere di distinguere i suoni forti da quelli deboli, è quello che comunemente chiamiamo “volume” e che in musica prende il nome di “dinamica”. L’intensità è determinata dalla forza con la quale un corpo sonoro viene messo in movimento e, di conseguenza, dall’ampiezza delle vibrazioni. Si misura in decibel. I due estremi sono il fortissimo (ff) e il pianissimo (pp).

 

  • IL TONO: immaginate di suonare la tastiera di un pianoforte. Quando parlando suonate un solo tasto il tono è uno solo, decisamente noioso. Quando suonate più tasti il tono diventa vario e interessante!

 

  • IL RITMO: in un discorso conferisce maggiore o minore importanza alle parole. Un discorso tutto con un ritmo lento assicura, per esempio, la noia del pubblico… E le pause, sono dei "silenzi ad effetto"!

 

  • IL MORDENTE: caratteristica prettamente vocale, rappresenta la forza e l’articolazione che si decide di dare alle parole, creando così più o meno intensità nello speech.

 

GLI ERRORI PIU' COMUNI

 

Ecco alcuni tra i principali errori che si commettono quando si sottovaluta l’importanza della voce.

 

  • Il volume di voce è sempre basso o sempre troppo alto.
  • Il ritmo è sempre o troppo lento o troppo veloce.
  • Il tono rimane sempre lo stesso.
  • Troppi intercalari come “ehm”, fondamentalmente, cioè…
  • Non utilizzare le pause.

 

La voce non dovrebbe mai essere statica, dico mai. La ripetitività rende tutto prevedibile, noioso e assicura un livello di attenzione bassissimo.  

Il grande drammaturgo George Bernard Shaw affermava: “Col tono giusto, si può dire tutto. Col tono sbagliato, nulla. L’unica differenza consiste nel trovare il tono”.

 

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