L’ascolto attivo
Quando ci relazioniamo con le persone, dobbiamo essere in grado di capire bene quanto ci viene detto, per evitare di dare risposte che non sono funzionali all’esito positivo del discorso.
Per questo motivo dobbiamo ascoltare attentamente.
L’ascolto attivo è la capacità di porre attenzione alla comunicazione dell’altro senza formulare giudizi.
È un’azione basilare che ci porta a cogliere quanto l’altro ci riferisce, sia in modo esplicito che implicito, sia a livello verbale che non verbale.
Alcuni elementi per gestire questa situazione:
- Stare in silenzio e prestare attenzione: nella fase iniziale dell’ascolto, è necessario stare in silenzio e concentrarsi esclusivamente su ciò che dice l’interlocutore, senza farci distrarre dai propri pensieri a riguardo.
- Non giudicare: evitare di esprimere qualsiasi giudizio a priori sia su ciò che viene detto (contenuto del messaggio), sia nei confronti dell’interlocutore stesso;
- Comunicare la nostra comprensione: fare capire che si è capito attraverso messaggi di accoglimento verbali e non verbali;
- Evitare le distrazioni: non consultare lo smartphone e il pc, o per svolgere altre azioni che disturbano l’interazione con l’interlocutore;
- Prestare attenzione alla comunicazione non verbale: osservare ciò che il nostro interlocutore esprime anche oltre le parole attraverso, ad esempio, il tono della voce, la postura e le espressioni del volto
L’efficacia dell’ascolto dipenderà dunque dall’ accuratezza con cui l’ascoltatore riuscirà a realizzare questi tre processi:
- la ricezione del messaggio;
- l’elaborazione del messaggio;
- la risposta al messaggio
La carenza di ascolto produce incomprensioni, stress, conflitti, l’ascolto diviene dunque una competenza chiave per gestire la comunicazione e le relazioni e per sviluppare il benessere all’interno delle organizzazioni.
“Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri.” (Leonardo Da Vinci)